Due facce di una stessa medaglia!
Paura e Coraggio.
Prima
di decidere di non fare una qualsiasi cosa per la paura di non riuscire,
ricorda che la paura di non riuscire ed il coraggio per poterci provare, sono
le due facce, perfettamente di pari misura, di una stessa medaglia.
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dott. Vincenzo D’Amato Counselor Hypnotherapist
continua...
La storia è contrassegnata da grandi paure fisiche
anche collettive. Dal XIV a tutto il XVIII secolo “la peste fu in Europa la più
fedele compagna della morte e della paura”. Fra le altre paure c’è chi
sottolinea che il timore di Dio è un fondamento essenziale delle religioni,
dopo le grandi paure della seconda guerra mondiale si fece fervida l’attesa di
un’epoca che segnasse il controllo delle paure. Nel 1941, Franklin D. Roosvelt
aveva proclamato come libertà essenziali la libertà di parola, la libertà di
religione, la libertà dal bisogno e la libertà dalla paura. Ma le attese furono
deluse e dopo la crisi energetica degli anni ’70 cominciarono i timori relativi
all’energia nucleare, poi via via quelli per le catastrofi ecologiche, per la
droga, per l’Aids, per il cibo, per la delinquenza, per l’immigrazione ecc.
Oggi
non solo questi timori permangono, ma ad essi si aggiungono quelli del
terrorismo e di nuove guerre, nonché quelli delle carestie e delle epidemie che
si sviluppano in molte parti del mondo. L’idea che il progresso e lo sviluppo
tecnologico possano porre sempre più limiti alle paure si è rivelata sbagliata.
Se per un verso il progresso e lo sviluppo tecnologico sono serviti a porre
sotto controllo una parte della realtà, per l’altro hanno creato le premesse
per nuove paure che assillano oggi l’umanità.
Ma
cos’è la paura? Cerchiamo di capire, così facendo riusciremo probabilmente ad
evitare di fare la scelta sbagliata.
La
paura! Un dispositivo spontaneo di auto-protezione…
Non
mi sporgo troppo dal balcone perché ho paura di cadere giù, non metto la mano
nel fuoco perché ho paura di bruciarmi ecc..
Vi
voglio fare però un esempio raccontandovi una storia.
C’è un vecchio leone, che ormai non ha più forze, a
stento riesce a muoversi, ma nonostante tutto, va a caccia con il branco dei
giovani leoni. Non avendo più energie cosa fa, si mette fermo, accasciato su di
un lato, sul passaggio della potenziale preda, e dall’altro lato invece si
posiziona il branco di giovani forti e vigorosi.
Nel momento in cui passa la sua preda, un giovane
cerbiatto, non fa altro che tirar fuori un fortissimo ruggito, che sorprende la
preda, che ha paura e scappa dall’altra parte, dove però lo attende il branco di leoni giovani che lo uccide.
Un
dispositivo di auto protezione, che quindi mi dovrebbe proteggere e invece mi
fa uccidere?
Come
ve lo spiegate? Vi do
una mano…
Esistono
due tipi di paure, quelle naturali o spontanee, come ad esempio evitare di mettere la mano
nel fuoco per evitare di bruciarmi… Giustificate quindi!
E quelle artificiali o di fantasia, come ad
esempio sobbalzare nel letto in piena notte all’udire di un seppur minimo
rumore, immaginando di avere i ladri in casa solo perché alla tv ho sentito
dire che ci sono stati una serie di furti ultimamente nella mia zona.
Sono
quindi solo una sensazione provocata da alcune immagini che creiamo nella
nostra mente.
La
paura artificiale è come la follia, che genera una perdita di contatto con la
realtà!
Domanda:
quanto è già costata una paura artificiale fino ad oggi?
Quindi
non lasciatevi prendere da paure artificiali… non c’è nulla da aver paura…
Per
Hobbes, la paura spinge gli uomini a
frenare i loro istinti che mettono a rischio la sicurezza di ciascuno, a
imporsi dei limiti, a porsi come istanza primaria quella
dell’auto-conservazione.
Ciceri in un suo
testo scrive che la paura è una “reazione emozionale, nei confronti di un
oggetto o di una situazione minacciosi, associata ad un aumento del rischio di
pericolo e collegata ad un senso di spiacevolezza, di agitazione e a un
desiderio di nascondersi, di fuga o di ricerca di protezione. La paura è un
vero e proprio sistema difensivo che media un’azione sul mondo rendendola più
sicura ed efficace”.
E’ un qualcosa
del tutto naturale, se legata ad un vero pericolo, per cui reale e non
apparente.
C'è gente che ha paura del
nuovo, del diverso, dell'inatteso. Quando si accorge che stanno per cambiare le
cose, che si profila un nuovo problema entrano in ansia e preferiscono non
pensarci, chiudere gli occhi e non provarci nemmeno. Alcuni si spaventano anche
di fronte al compito più semplice, come cambiare un elettrodomestico,
programmare le vacanze, organizzare una festa. Ci pensano e ci ripensano, ma
finiscono per spaventarsi ancora di più e, anziché studiare come risolvere il
problema, alla fine si tirano indietro e trovano il modo di evitarlo.
Rimandano, prendono tempo, disdicono gli appuntamenti, di fatto rinunciano a
lottare. Queste persone finiscono per vivere bene solo nell'orbita delle loro
abitudini, fra le persone note facendo il solito lavoro. Alcune temono perfino
l'arrivo di un nuovo giorno. Si alzano malvolentieri la mattina, resterebbero a
letto a lungo.
In realtà tutti noi soffriamo
un po' di questa malattia. Tendiamo a rinviare a domani quello che potremmo
fare oggi, a sederci, a richiuderci nel noto, ad adagiarci nella routine. Ma la
vita non è un percorso in pianura bensì un cammino pieno di saliscendi, di
ripide salite e di lunghe discese. E ci sono sempre delle situazioni critiche
in cui dobbiamo fare delle scelte decisive. Questo vale tanto per il male come
per il bene, perché, insieme alla difficoltà e ai pericoli, ci si presentano
sempre anche delle occasioni positive. Queste dovremmo vederle, afferrarle
mentre spesso non le vediamo, oppure le vediamo ma ci tiriamo indietro. Allora
l'occasione passa e non torna più.
Avere coraggio significa anche
vedere l'occasione, afferrarla, capirne le possibilità e poi buttarsi con tutte
le energie. Quando lo facciamo abbiamo l'esaltante esperienza di
sentirci vivi, creativi. Perché possiamo dimostrare le nostre capacità e le
nostre energie si moltiplicano.
Ci sono delle persone che sono
più capaci di altre di cogliere l'occasione, anche quando all'inizio si
presenta in modo negativo. Un tempo la pasta si vendeva sfusa dentro grandi
madie, dove potevano arrivare gli insetti. È stato Pietro Barilla a venderla in
scatole sigillate. È stato criticato ma poi tutti lo hanno seguito.
I grandi
imprenditori, i creatori, i costruttori, devono avere il coraggio di cambiare.
Si tratti di costruire una impresa, un ospedale, una università, organizzare un
partito politico, trovare le risorse per realizzare un film, o scrivere un
grande romanzo. Guardano dove gli altri non hanno guardato.
A te
la scelta, dato che scegliere l'una o l'altra costerà lo stesso impegno ma
porterà sicuramente un risultato diverso...
Scegli quella che ti darà un vantaggio, tanto sceglierai di farcela o di non farcela, alla fine avrai comunque avuto ragione!
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