Abraham Maslow e la “Piramide dei bisogni”
La più nota teoria motivazionale costruita sui bisogni
dell’uomo è la “Piramide dei bisogni” elaborata da Maslow, il quale ha fornito
una categorizzazione delle principali necessità umane, ponendole all’interno di
una struttura gerarchica, dai bisogni più immaturi e primitivi, a quelli più
maturi e caratteristici di civiltà evolute.
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dott. Vincenzo D’Amato Counselor Hypnotherapist
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La più
nota teoria motivazionale costruita sui bisogni dell’uomo è la “Piramide dei
bisogni” elaborata da Maslow, il quale ha fornito una categorizzazione delle
principali necessità umane, ponendole all’interno di una struttura gerarchica,
dai bisogni più immaturi e primitivi, a quelli più maturi e caratteristici di
civiltà evolute.
Maslow
asserisce che gli individui soddisfano i loro bisogni in senso ascendente e che
i bisogni di ogni livello devono essere soddisfatti, quantomeno parzialmente,
affinché i bisogni di livello superiore
possano manifestarsi.
L’ordine
gerarchico di questi bisogni stabilisce anche l’ordine di priorità nella loro soddisfazione.
L’implicazione pratica di questa concezione
è che un dato elemento può servire a motivare un individuo soltanto se riesce a
soddisfare il livello ancora insoddisfatto nella gerarchia dei bisogni
individuali.
La psicologia della “creatività”
La
psicologia di Maslow, detta anche “della creatività”, si inserì come la “terza
forza” nella psicologia americana divisa tra comportamentismo e psicoanalisi.
Maslow
sentì pienamente il bisogno di umanizzare di più la psicologia offrendo quindi
alle persone la possibilità di scoprire il senso della vita e la loro
autorealizzazione.
Si orientò fin da subito sullo studio delle
persone “sane e felici” e attaccò la psicologia imperante che, invece, partiva
da considerazioni fatte su individui patologici e sofferenti.
Egli, in sostanza vedeva l’uomo come positivo,
buono e sano sostenendo che erano le esperienze negative e distruttive ad inficiarne lo sviluppo e a distoglierlo
dagli scopi evolutivi dell’esistenza.
Si fece
così pian piano strada nella mente di Maslow il concetto di “motivazione” visto
come una sorta di molla che spinge dall’interno a “divenire ciò che
potenzialmente siamo”.
La materia prima per trovare motivazione è la “creatività”; ogni uomo ha una creatività che deve trovare modo di farle spazio perché è proprio la sua canalizzazione che permette di trovare senso e significato e, di conseguenza, equilibrio e sanità psichica.
La materia prima per trovare motivazione è la “creatività”; ogni uomo ha una creatività che deve trovare modo di farle spazio perché è proprio la sua canalizzazione che permette di trovare senso e significato e, di conseguenza, equilibrio e sanità psichica.
Per la
psicologia umanistica la “creatività” deve essere espressione della libertà
che, quando viene canalizzata, aiuta l’individuo a liberarsi di tutti i
condizionamenti che limitano ed amputano le sue potenzialità.
In
pratica, la vera rivoluzione della psicologia umanistica consiste nel
considerare l’uomo il vero artefice della propria esistenza.
La teoria dell’autorealizzazione
La sua
teoria è quella della “autorealizzazione” che, in pratica è una ridefinizione
di teorie precedenti quali quella di Goldstein (chiamata autoattualizzazione)
rielaborata in seguito anche da altri quali Fromm e Horney.
In ogni
caso, l’idea di fondo consiste nel vedere l’uomo come un soggetto che ha un
preciso compito: quello di individuare, sviluppare e realizzare le potenzialità
che sono presenti già alla sua nascita e, in questo modo, dare senso alla
propria vita attraverso l’espressione della sua individualità.
Maslow
raffinò ed ampliò l’antica idea di Platone del “daimon” che, in qualche modo
parte dall’idea che ognuno ha dentro una sorta di “seme” in cui tutto il
potenziale è già presente che, tuttavia, deve essere individuato, fatto
crescere e raffinato per sviluppare la sua “forma” precisa”.
Proprio
in questa ottica, la psicologia umanistica considera una “colpa personale” il
non dedicarsi alla propria autorealizzazione e, in un certo senso, lo sciupare
la vita non portando a compimento e non sviluppando le potenzialità. Questo
potenziale è grandioso ma andrà sviluppato: solo allora, si potrà comprendere
quel “progetto” racchiuso.
La
psicologia di Maslow fu accolta subito con grande interesse anche dalle persone
più semplici che la sentivano affine ai loro autentici problemi e, soprattutto,
in grado di dare risposte.
La
teoria sulla capacità di superare i
bisogni
La sua
teoria si incentra sulla capacità dell’uomo di superare i bisogni fondamentali
e di raggiungere bisogni superiori, qualcosa che ci differenzia profondamente
dagli animali.
Maslow
criticò le tendenze imperanti nella sua epoca di considerare l’uomo come un
automa mosso da basse aspirazioni: secondo lui invece l’uomo deve trovare senso
e motivazione e solo così troverà la sua sanità, ricercando identità,
autonomia, desiderio di eccellere e di
autorealizzarsi: sostiene che queste sono tendenze innate ed universali che
l’uomo ha dentro e che non può disattendere.
Guardando
infatti la storia delle società non vi è dubbio che tutte le epoche si sono
caratterizzate per il tentativo di migliorarsi e di innalzarsi rispetto a
quelle precedenti.
La
psicologia umanistica reca in sé un approccio olistico e vede quindi la
personalità sana come un qualcosa di organizzato e di integrato lontano quindi
dalla frammentazione visibile nella patologia.
Fu anche il fautore di una mediazione tra gli
“innatisti” e gli “ambientalisti”; in effetti egli sostiene che in ogni essere
umano vi sia un lato istintivo innato ma che questo potenziale sia tuttavia
molto mediato dalla cultura in cui si inserisce e cresce.
I bisogni fisiologici
Maslow
parla di bisogni e di metabisogni e specifica che i primi sono “mancanze” e
seguono le leggi dell’organismo, mentre i secondi, sono spinte verso la crescita
e l’evoluzione.
Egli
sostiene che vi è una gerarchia delle motivazioni in cui i bisogni fisiologici
sono alla base e sono dominanti rispetto a tutte le altre esigenze.
In
pratica, Maslow sostiene che solo se riusciamo a risolvere i nostri bisogni fisiologici,
possiamo allora essere spinti verso bisogni superiori.
Infatti,
se un individuo ha fame, il suo intero organismo sarà in fibrillazione per
cercare di soddisfare quel bisogno e quindi, tutte le risorse si pongono al
servizio di questo scopo che è primario.
In
questo caso Maslow dimostrò come il bisogno sia a tutti gli effetti un
organizzatore esclusivo del comportamento umano.
La gratificazione
Parlando
di bisogni, ovviamente non si può trascurare il fatto che ogni bisogno richiede
una gratificazione e che quest’ultima sia una funzione fondamentale per lo
sviluppo di ogni individuo poiché libera dalla schiavitù fisiologica e permette
di occuparsi di qualcosa di più elevato e creativo.
La piramide dei bisogni
Il
grande psicologo umanista individuò cinque ordini di bisogni dell’uomo e li
organizzò graficamente in una scala fatta a piramide con i gradoni più grandi
nella parte più bassa e quelli più piccoli nella parte alta.
I primi due, come già detto
precedentemente, sono bisogni materiali,
legati all’avere, i tre successivi sono invece bisogni ideali, legati all’essere.
Ulteriore classificazione si può fare
partendo dalla base, alla motivazione “di
carenza” per i primi quattro (che portano ad una riduzione di tensione) e “di crescita” per l’ultimo (che porta
invece una ricerca di tensione).
I
cinque bisogni fondamentali di Maslow possono essere così riassunti:
Bisogni
fisiologici
Al
primo posto troviamo i bisogni fisiologici: mangiare, bere, riprodursi e
sopravvivere sono, ovviamente i bisogni fondamentali ed imprescindibili e, fino
a che non sono soddisfatti schiavizzano l’uomo imprigionandolo nella ricerca di
costante gratificazione ed appagamento degli stessi.
Bisogno
di sicurezza
Al
secondo posto ci sono i bisogni di sicurezza: stabilità, dipendenza,
protezione, sostegno emotivo, rassicurazione, strutturazione di regole che
siano in grado di affrontare e dare risposte contro il caos ansiogeno.
In particolar modo questi bisogni sono fondamentali nella
vita di un bambino; se non vengono soddisfatti, domineranno anche l’intera vita
adulta.
E’
interessante ciò che dice Maslow a proposito di questi bisogni che, quando non
vengono soddisfatti diventano la base per le personalità che aderiscono in modo
incondizionato alle fedi e ai valori esterni.
Egli
sostiene che più vi sono bisogni di sicurezza e più vi saranno pensiero rigido
e dogmatico ed atteggiamento fideistico.
Bisogno
di società
Al
terzo posto troviamo i bisogni di società ed appartenenza:
in questo caso Maslow parla dello stare insieme, della tendenza a stare dentro
ai gruppi organizzati che sostengano e contengano
emotivamente, soprattutto quando l’identità non è ancora solida.
In
realtà il bisogno di società equivale ad
un bisogno di affetto, di sostengo e di riconoscimento è fondamentale per gli
esseri umani perché permette di non sentirsi sradicati ma di appartenere a
qualcuno e a qualche gruppo e di poter contare su questi.
Bisogno
di riconoscimento
Al
quarto posto Maslow sistema il bisogno di riconoscimento
(di stima e di autostima): non vi sono dubbi
che per ogni uomo sia fondamentale sentire la stima e il valore.
In
questa categoria possiamo mettere
anche la fiducia, il rispetto, la reputazione, la dignità e tutto ciò che ha a
che fare con l’apprezzamento.
Accettare una sfida e vincerla ha un
altissimo valore motivazionale e se la gratificazione per aver raggiunto
l’obiettivo viene fatta pubblicamente aumenta ancora di più.
Bisogno
di auto-realizzazione
Al
quinto posto troviamo il bisogno di autorealizzazione: con questo Maslow indica
l’affermazione
personale e il desiderio di autocompiacimento che si ottiene nel momento in cui
il proprio potenziale riesce ad esprimersi e a mostrarsi al mondo.
L’autore
sostiene che in questo ultimo gradino vi sia sostanzialmente il bisogno di
“divenire” ciò che si è.
Realizzare un’ impresa che resterà alla
storia, fare una grande opera sociale, come per esempio finanziare la
realizzazione di una struttura per bambini disagiati o cose simili, può essere
un grande sinonimo di autorealizzazione.
Caratteristica importante per chi aspira
all’autorealizzazione è scrivere un pezzo di storia che porti il suo nome,
l’essere ricordato, in modo tale da continuare a vivere anche quando finirà la
vita terrena.
Per Maslow, la caratteristica principale di una
persona autorealizzata è la creatività, termine con il quale ovviamente
l’autore non intende il talento artistico ma il desiderio di migliorarsi e di
fare qualcosa che derivi da sé.
Gli
aspetti della creatività
Nel suo
testo: “Verso una psicologia
dell’essere” egli sostiene che la creatività ha praticamente tre aspetti;
·
Il primo viene
definito “lo sguardo spontaneo del bambino” che è aperto a qualsiasi
esperienza;
·
Il secondo è la
capacità di integrazione degli opposti. Maslow sostiene che la personalità
creativa è anche unificante ed integrante e quindi “risanante”;
·
Il terzo è dato
dall’apertura della personalità creativa che è in grado di ricercare valori
quali la giustizia, la bontà e la verità.
Maslow
ha avuto il grande merito di lavorare sul bisogno di crescere e di evolvere
dell’individuo, qualcosa che è presente in ogni essere umano a meno che non
venga amputato attraverso esperienze tragicamente distruttive.
Richiama
l’umanità ad una sfida: anziché restare schiava di bisogni bassi che non
portano a nessuna crescita, l’essere umano deve cercare costantemente di
individuare le sue potenzialità e di renderle operative.
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